Arte e cultura

In questa rubrica mi piacerebbe parlare di mostre, cultura, musei e arte ... Arte, fotografia, ma anche libri e incontri: la cultura nei musei e nelle gallerie ........ insoma chi più ne ha più ne metta ........................

 

Daniela Boscolo e Daniele Manni, i due prof migliori del mondo

Finalisti al Global Teacher Prize, gli studenti si mobilitano, La buona scuola speranza 2015

W i Prof. della scuola ITALIANA

combattiamo perchè i nostri politici non rovinino quello che è rimasto di buono nelle nostre scuole

Fabiola Giannotti al capo del Cern di Ginevra, Samantha Cristoforetti nello spazio, due eccellenze italiane. E poi Daniela Boscolo e Daniele Manni, due nomi sconosciuti alla quasi totalità degli italiani, come simbolo di speranza per aprire il 2015 con una buona notizia. Chi sono? Due insegnanti italiani tra i migliori del mondo, due piccoli eroi del quotidiano che trasformano, come migliaia di altri colleghi altrettanto sconosciuti, la vita di bambini e adolescenti nel decisivo compito dell'apprendimento. La Boscolo insegna presso l’Istituto “C. Colombo” di Porto Viro sul delta del Po (Ro) mentre Manni è salentino e insegna informatica dal 1990 presso l’Istituto “Galilei - Costa” di Lecce, la scuola più premiata d'Italia.

Sono tra i 50 finalisti del “Global Teacher Prize”, una sorta di Premio Nobel per insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado di ogni Paese nel mondo e verrà assegnato a un insegnante eccezionale che abbia dato uno straordinario contributo alla professione. Capacità di innovazione, capacità di aprire la mente dei propri alunni, contributo offerto alla comunità e incoraggiamento dato per abbracciare l’insegnamento sono i criteri principali della selezione.

E’ promosso dalla Varkey GEMS Foundation, un’organizzazione internazionale impegnata nel settore Education, con Bill Clinton honorary chairman. Da 127 paesi sono arrivate 5.000 segnalazioni e 1.300 candidature idonee sono stati selezionati 50 finalisti al mondo, tra cui solo 9 europei tra cui i nostri due insegnanti. Bisognerà aspettare da Dubai il 16 marzo per conoscere il vincitore assoluto della competizione, che riceverà come premio 1 milione di dollari ma intanto i nomi di Boscolo e Manni sul tetto del mondo accendono i riflettori su una professione così decisiva per la società e mai davvero riconosciuta.

Intanto le loro sono due belle storie da raccontare.

Daniele Manni: i suoi studenti lo adorano e fanno tutti il tifo per lui, hanno tappezzato i corridoi della scuola con articoli che lo riguardano e oggi gli hanno persino creato una specifica fan page su Facebook: “A Daniele Manni il Nobel per l’Insegnamento” . Durante le sue lezioni incoraggia la creatività al posto della 'passività' e dedica il 30% delle sue lezioni incoraggiando e aiutando i suoi studenti in progetti di lungo termine. Nel 2004, insieme ad una collega, Elisabetta D’Errico, e a 16 alunni di quinto anno, ha fondato la società cooperativa “Arianoa” all’interno della scuola e, da dieci anni, si prodiga a sollecitare, incentivare e offrire un supporto logistico e fiscale a quegli studenti che volessero sperimentare nuove piccole idee imprenditoriali, società che oggi si definiscono “incubatori” e “acceleratori” di start-up giovanili. E’ uno dei pochi, se non l’unico, casi di incentivazione all’auto-imprenditorialità ed implementazione reale (non simulata) in Italia per giovani delle scuole superiori. Nell’attuale anno scolastico ha in piedi 6 nuove start-up, cinque in una classe quinta e una in una quarta. Tre anni dopo ha dato vita al movimento “Res Publica Salentina”, attraverso il quale tutti i suoi alunni hanno ideato, sperimentato e messo in atto decine di iniziative innovative in termini di promozione del territorio, soprattutto per quanto concerne i settori del turismo, dell’agroalimentare e della cultura. Con il movimento “GPace – Giovani per la Pace”, invece, ha avvicinato i suoi studenti ai temi della pace, della tolleranza e del rispetto reciproco, realizzando diverse campagne ed iniziative, tra queste, l’invito di un premio Nobel per la Pace a scuola, la creazione in piazza Duomo a Lecce della più grande bandiera della pace del mondo, l’originalissima protesta dei “Poster viventi” in piazza San Pietro a Roma contro l’uso e l’abuso di baby soldato nei paesi in conflitto e l’organizzazione di tre “Giornate dei Giovani per la Pace”. Sempre insieme ai suoi studenti, ha organizzato tre edizioni del “Salento Ecoday”, giornate in cui complessivamente oltre 3.500 volontari hanno ripulito campagne, spiagge, periferie e strade su tutto il territorio salentino. Nel 2009 ha condotto una sua personalissima battaglia (poi vinta) contro la decisione del Ministero Gelmini di sopprimere, con la nuova riforma, l’indirizzo informatico dagli istituti tecnici economici. Nel 2010 ha creato, dalla classe, il gruppo Facebook dei “Salentini Sparpagghiati” (salentini sparsi per il mondo, per lavoro o per studio) che oggi conta 12.400 membri sempre attivi in rete. Nel 2011, insieme ad una sua classe terza, ha dato vita al brand “Dieta Med-Italiana” con cui pre tre anni ha promozionato le produzioni agroalimentari del Salento e ha organizzato, ad oggi, tre edizioni del “Festival della Dieta Med-Italiana” nella principale piazza della città. E, da appena due mesi, ha ideato l’iniziativa N₂Y₄ (si legge Never too Young for…) con il sogno di vedere tutte le scuole (dalle elementari alle superiori) aperte di pomeriggio e con la possibilità di “sfruttare” le aule, i laboratori informatici e scientifici, le palestre e le attrezzature ai fini di offrire spazi e strumenti a tutti quei giovani “mai troppo giovani” per la musica, lo sport, l’ecosostenibilità, la pace e l’inclusione, il business, la tecnologia e la scienza, la salute ed il benessere, le lingue e le culture estere.

Daniela Boscolo, l'altra finalista italiana, è insegnante di inglese della provincia di Rovigo, da otto anni passata al sostegno, ha ideato nuovi modi per inserire nella normale vita scolastica alunni con Esigenze Educative Speciali (EES). In collaborazione con le aziende e le associazioni locali ha creato progetti per consentire ad alunni portatori di disabilità di sviluppare le proprie capacità nelle normali situazioni sociali. Nel 2010 questi progetti le sono valsi il riconoscimento nazionale di "Migliore insegnante dell'anno".  Al di là del premio il suo nome rappresenta anche un bel riscatto per tutti quegli insegnanti di sostegno spesso e a torto considerati di serie b.

Al Colombo ha messo in piedi più di un progetto innovativo per una didattica inclusiva. Il primo è stato il “Supermercato dell’integrazione”, avviato nel 2010: «Avevo bisogno di uno spazio ampio, dove portare le classi e lavorare con il cooperative learning. Abbiamo pensato al supermercato perché è un probabile sbocco lavorativo per i ragazzi disabili, perché consente di sviluppare le abilità sociali e perché è un ambiente in cui si dispiegano tanti apprendimenti concreti: matematica, diritto, economia aziendale, anche le lingue, perché si può fare la spesa in un’altra lingua. La scuola - ha raccontato la Boscolo a Vita - aveva un vecchio magazzino, zeppo di banchi scollati: il preside dell’epoca mi disse che potevo usarlo se avessi trovato tutti i finanziamenti». La Boscolo bussò alle porte del Rotary Club di Porto Viro e di diversi supermercati della zona e in poco tempo nacque il supermercato dell’integrazione, aperto due ore alla settimana. Dopo il supermercato venne la cucina, grazie alla collaborazione con il ristorante “Zafferano”, che per tre mesi ha aperto le sue cucine ai ragazzi dell’Istituto, ogni settimana. «Quest’anno andiamo in azienda, dove si confezionano i cibi. La sinergia con il territorio è fondamentale, senza una rete sociale fra scuola e territorio non avremmo fatto nulla e quel magazzino sarebbe ancora un magazzino», spiega la Boscolo.

ansa.it

I libri più belli del 2014: i 10 migliori romanzi italiani

Una selezione di libri di narrativa pubblicati nell'anno solare in corso. Non sei d'accordo? Scrivi la tua lista nei commenti

'Roderick Duddle', di Michele Mari

Roderick Duddle è un romanzone di avventure, ambientato nell'Inghilterra dell’Ottocento. Il protagonista è un orfano in fuga, custode di un misterioso tesoro nascosto chissà dove. A prima vista sembra di leggere un'opera perduta di Dickens o di Stevenson, e i due riferimenti peraltro sono apertamente omaggiati dall'autore nel testo. Ma quello di Mari resta solo un trucco per deliziare il lettore con la sua scrittura, ancora una volta di qualità davvero pregiata.

Michele Mari
Roderick Duddle
Einaudi

'Storia della bambina perduta' di Elena Ferrante

Il 2014 è stato senza dubbio l’anno della consacrazione di Elena Ferrante, un'autrice brava quanto enigmatica (evita di mostrarsi in pubblico e si nasconde dietro uno pseudonimo). Chiunque lei sia, poco ci importa. Storia della bambina perduta è il quarto nonchè ultimo volume dell'Amica geniale, serie di romanzi giustamente incensata dai critici - da quelli italiani ma forse ancora di più anche dagli  americani. La tetralogia narra un'amicizia fra due donne nel tortuoso percorso di emozioni dall'infanzia all'età adulta. Il tutto una scrittura avvincente e inarrestabile. Presto ne faranno anche una serie tv, ma il consiglio è di procurarsi tutti e quattro i libri e tracorrere in loro compagnia il 2015.

Elena Ferrante
Storia della bambina perduta
Edizioni e/o

'Lacci', di Domenico Starnone

Quando gli abbiamo chiesto quale fosse il miglior titolo letto nel 2014, Francesco Piccolo ha scelto Lacci perché, diceva lui, i protagonisti fanno litigare i lettori, e proprio questo dovrebbe essere il vero mestiere dei buoni personaggi. In effetti il bello del libro risiede proprio qui: è facile identificate persone conosciute o amate, o persino se stessi, nel breve romanzo di questa coppia divisa dalla distanza (lui è scappato di casa; lei, arrabbiatissima, lo aspetta ancora) ma legata dai nodi della vita, e parteggiare per l’una o per l’altro, o per i figli, rimasti con la madre. Un romanzo sull'amore - doloroso, difficile - per la famiglia. La bravura di Starnone non è certo una scoperta, ma fa piacere vedere come il Nostro conservi il suo estro negli anni.

Domenico Starnone
Lacci
Einaudi

 

'Il Trio dell’Arciduca', di Hans Tuzzi

Una spy-story nostalgica, messa in scena nel 1914 in un'inseguimento attraverso l'impero asburgico e l'Europa orientale, da Trieste fino a Costantinopoli passando per la fatale Sarajevo. Da molti anni Adriano Bon, giallista dalla scrittura elegante, firma i romanzi con il nome di un personaggio letterario famoso: Hans Tuzzi, il burocrate marito di Diotima in L’uomo senza qualità di Musil. Con il Trio dell’Arciduca, herr Tuzzi coglie nel segno: realizza forse il suo romanzo migliore nonché uno dei più riusciti dell'anno in corso.
Hans Tuzzi
Il Trio dell’Arciduca
(Bollati Boringhieri)

 

'Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler', di Massimiliano Parente

La fulminante carriera di una superstar italiana dell’arte contemporanea. Dall'insolita performance d’esordio (l'artista, ancora sconosciuto, eiacula sull'Origine del mondo di Courbet al museo d’Orsay a Parigi e solo per questo è osannato dalla critica) al provocatorio utilizzo di simboli nazisti nelle opere messe in mostra. Fino alla fama mondiale. Ma sul più bello qualcosa va storto, e il resto non possiamo proprio svelarlo. In mezzo a tutto questo, l'ironia di Parente, che insieme al suo personaggio progetta incredibili opere d’arte, una più folle e divertente dell’altra. Un romanzo che riesce nell'impresa di farci ridere parlando di Hitler e di storia dell'arte.

Massimiliano Parente
Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler
(Mondadori)

 

'Morte di un uomo felice', di Giorgio Fontana

Milano 1981: Giacomo Colnaghi - quasi quarantenne, cattolico, figlio di un partigiano - è un magistrato sulle tracce dei terroristi che hanno ammazzato un politico democristiano. Attraverso la narrazione, Giorgio Fontana fa rivivere al lettore la storia dell'Italia di quegli anni, che si specchia nell'anima travagliata del protagonista. Quel che stupisce è che Fontana, nel 1981, era solo un neonato. Con questo bel romanzo ha vinto il Premio Campiello 2014.

Giorgio Fontana
Morte di un uomo felice
(Sellerio)

'Una commedia italiana', Piersandro Pallavicini

Pallavicini è uno scrittore anomalo: un professore di chimica dotato di un gran senso dello humor, e proprio con questo ingrediente da anni insaporisce romanzi in cui ritrae variopinte famiglie italiane. In questo caso, poi, la riunione di parenti è particolarmente allegra e gremita di personaggi che sembrano scappati dalle sceneggiature della commedia all'italiana. Una narrazione ideale per chi cerca sorrisi nella lettura.

Piersandro Pallavicini
Una commedia italiana
(Feltrinelli)

 

'Uccidi il padre', di Sandrone Dazieri

Il "padre" del titolo non è un vero papà ma il sequestratore di un bambino che, dopo undici anni di prigionia, ha avuto il coraggio di scappare. Ora il bambino è diventato un adulto, e insieme alla poliziotta Colomba Caselli si imbatte in un caso che gli ricorda proprio quel suo aguzzino. Nel 2014 Dazieri ha scritto un romanzo degno del miglior Stephen King, specialmente per l'accurato studio prospettico dei differenti personaggi. L'autore non ci risparmia scene assai efferate, ma lo fa solo per dare la necessaria tensione alla suspense. Così, almeno per quest'anno, un thriller italiano batte tanti celebri concorrenti americani.
Sandrone Dazieri
Uccidi il padre
(Mondadori)

 

'Le scelte che non hai fatto', di Maria Perosino

Un ottimo esempio di autofiction. Secondo Maria ognuno di noi, quando compie una scelta, è persuaso solo in parte che quella sia la scelta giusta: di certo tale convinzione non raggiunge mai il 100%. Anzi, a volte siamo sicuri della scelta solo al 51%. Questo libro racconta invece del restante 49%, cioè di tutte le scelte scartate per un'inezia. E lo fa intrecciando le vite di donne incontrate dalla protagonista. Ne esce un romanzo per signore ma anche per uomini curiosi delle "sliding doors" e ancora capaci di commuoversi. Perosino era una brava scrittrice che ha fatto in tempo a lasciarci questo bel romanzo pieno zeppo di vitalità, uscito pochi mesi prima della sua morte.
Maria Perosino
Le scelte che non hai fatto
(Einaudi)

 

'Se chiudo gli occhi', di Simona Sparaco

Avevamo lasciato Sparaco finalista nella cinquina del premio Strega 2013 con Nessuno sa di noi (Giunti) e un buon successo di vendite, peraltro meritato. Ma questo nuovo romanzo sembra ancora meglio. Un viaggio automobilistico fra gli Appennini dell'Italia centrale. A bordo delle pagine, con il lettore, due notevoli personaggi: una figlia, trentenne e disorientata dalla vita, e suo padre, ricomparso dopo anni di assenza e di rimpianti. L'equipaggio parte così alla ricerca del passato. Consigliato sia per la lettura in proprio sia per un azzeccatissimo regalo in famiglia.
Simona Sparaco
Se chiudo gli occhi
Giunti

Riapre a NY la prima libreria italiana d'America

Miracolo sulla 12ma strada, al Greenwich Village

Per le librerie indipendenti New York è un cimitero costellato di croci: Gotham e Coliseum se ne sono andate ai primi decenni del 2000, vittima delle grandi catene, a loro volta finite sott'acqua con l'avvento di Amazon. Rizzoli ha chiuso l'anno scorso per far posto a un grattacielo di lusso. Se dunque Vanni, la prima libreria italiana in America, fondata nel 1884 dal siciliano (di Caltagirone) Sante Fortunato Vanni, riapre i battenti a Greenwich Village, si può legittimamente parlare di "miracolo sulla 12/a strada".

Appuntamento a fine gennaio: con un occhio al passato e l'altro al futuro i locali di Vanni, al numero 30 della 12/a strada, riapriranno per qualche mese come libreria "pop up" e centro culturale sotto gli auspici del Centro Primo Levi. "L'obiettivo - spiega Alessandro Cassin, direttore editoriale del Centro e figlio di quell'Eugenio Cassin che, con la piccola casa editrice Orion Press a Londra, pubblicò la prima edizione in inglese di "Se questo è un uomo" nel 1959, è puntare i riflettori sulla storia dell'ebraismo italiano in America, ma anche resuscitare un mito". Vanni arriva a New York nel 1884, all'apice dell'immigrazione italiana, e inizia la sua attività di libreria e stamperia al 548 West Broadway. La libreria vende classici italiani, manuali d'inglese e dizionari (anche un vocabolario siciliano-italiano), ma anche cartoline, riviste, manuali tecnici, calendari, biglietti da visita, santini e materiale religioso per le diocesi. Vanni svolge anche l'attività di scrivano, occupandosi di corrispondenze private e scritture commerciali per i tanti emigranti analfabeti. Nel 1931 entra in campo Andrea Ragusa, consulente editoriale appena arrivato dall'Italia. La libreria passa a Bleeker Street, poi nella sede attuale sulla 12/a. Ragusa è il direttore generale della Fratelli Treves: arriva negli States con l'idea di vendere la Treccani negli Usa. Quelle strade del Village all'epoca erano l'epicentro delle stamperie. Ragusa pubblica libri in inglese ad argomento italiano e trasforma la libreria in un punto di riferimento culturale. Fino al 1974, quando viene ucciso in una rapina davanti al negozio, stampa 138 titoli, tra critica letteraria italiana e libri per le scuole. Diventa il principale fornitore di libri italiani per le biblioteche pubbliche e universitarie in Nord America. La libreria passa nelle mani delle figlie Isa e Olga fino al 2004, quando il sipario cala per sempre. O così sembrava. Che fine avrà la seconda (o terza vita) di Vanni? La palazzina sulla 12/a, a due passi dalla Casa Italiana della New York University, è doppiamente cinta d'assedio: da un lato ricchi e famosi che aspirano a un pezzo di uno dei quartieri più' romantici e fermi nel tempo di Manhattan, dall'altro l'ateneo che anno dopo anno sta acquisendo tutte le proprietà disponibili nella zona. L'iniziativa del Centro Primo Levi cerca di alzare una diga. Ma arriverà un angelo custode per salvare Vanni?

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